"Ma, quando niente sussiste d'un passato antico, dopo la morte degli esseri, dopo la distruzione delle cose, più tenui ma più vividi, più immateriali, più persistenti, più fedeli, l'odore e il sapore, lungo tempo ancora perdurano, come anime, a ricordare, ad attendere, a sperare, sopra la rovina di tutto il resto, portando sulla loro stilla quasi impalpabile, senza vacillare, l'immenso edificio del ricordo."
(M. Proust)

28 settembre 2012

pane e mele - una torta buona

Trovo che non sia etico sprecare il cibo. Sento una stretta alla coscienza ogni volta che sono costretta a buttare qualcosa che è andato a male per dimenticanza, incuria o semplicemente perché non lo volevo più mangiare.
Detesto gli avanzi, sia nella loro forma precedente che manipolati e rinfrescati, cerco di cucinare le quantità giuste. A volte capita di sbagliare e il senso di colpa, allora, mi divora.
Lunga premessa per dire che questa iniziativa mi è piaciuta subito:


è BUONO COME IL PANE, una raccolta di ricette che utilizza il pane come ingrediente. Il pane fresco, secco, grattugiato. La base dell'alimentazione dell'uomo, presente a tutte le latitudini, in tutte le culture. Da tempo immemorabile.
Io, senza pane, non potrei vivere. E c'è chi fatica ad avere il suo pane quotidiano.

Date un'occhiata a ciò che fa Progetto Mondo Mlal, una ONG attiva in America Latina e Africa. Ogni briciola contribuisce, davvero lo penso.

TORTA DI PANE E MELE

25 settembre 2012

alfabeto alimentare. G come Giuggiole (ma asciutte)

Prima di domenica non avevo mai visto una giuggiola. Neppure l'avevo mai assaggiata.
L'ho fatto per amor di scienza, con occhi chiusi e desiderio (sempre il solito, da anni) espresso per il consumo della primizia e i cinque eurini (grazie Al) investiti per il mezzo chilo d'ordinanza.

La giuggiola, quella del brodo, è anche chiamata "dattero cinese" (jujube in inglese) e pare avere una personalità poliedrica.

Appena colta ha sapore e consistenza simili a quelli di una mela molto zuccherina, ma con il progredire della maturazione la buccia raggrinzisce e il sapore diventa simile a quello del dattero.
Quelle nostre sapevano di mela ma abbiamo deciso di farle maturare per assaggiarle in ogni stadio.
Nell'immagine in basso abbiamo sbucciato un frutto, ma pare che si consumino con tutta la buccia (e meno male).
Il famoso brodo, sinonimo di goduria estrema e incontenibile felicità, è un liquore di giuggiole datterificate. Dobbiamo assaggiare anche quello, prima o poi.
(PoveraPazza)

20 settembre 2012

sweet treat: fichi al forno con crema di mandorle

Da quando ho avuto per le mani questo  librino non ho avuto pace.
Volevo provare a tutti i costi il tajine di fichi. Difficoltà insospettate erano in agguato:
l'ospite che non se ne andava ma soprattutto i fichi adatti che non si trovavano. L'ortolano in ferie, il mercato distante, il super carente. Un disastro.
Poi, finalmente, eccoli lì, perfetti e grandi al punto giusto.
Ecco, la ricetta è solo leggermente modificata: ho ridotto drasticamente le dosi di zucchero e aumentato i tempi di cottura.  Per il resto era perfetta.

18 settembre 2012

rabarbarorabarbarorabarbaro - nel risotto

 

Per le persone della mia generazione, Rabarbaro Rabarbaro è la Mondaini-Sbirulino oppure sono le parole che i doppiatori usano per rendere una folla mormorante.
Sono le caramelle che ti dava la nonna, un po' amare. Nessuno di noi ha mai pensato fosse un alimento vero e proprio.
Poi è venuta l'era dei foodblog. Gli Inglesi e gli Americani ci hanno insegnato che sì, il rabarbaro si mangia, ci si fanno le torte e le composte e i crumble e..
Noi l'abbiamo usato in un risotto, sorprendente ma non troppo, familiare ma anche esotico per la presenza del citron confit e ci è piaciuto. Spero piacerà anche a voi.


14 settembre 2012

la foto urfida fa il piatto più buono o "mi è semblato di vedele un pollo"



Ma come, direte voi , una personcina di gusto così squisito (?) si fa intrappolare in fotine urfide di carne arrosto? La personcina non ne ha altre, di foto. Si voleva cimentare in un bel food porn sulla scia del suo guru Ottolenghi ma è venuto solo un ritratto da bassa macelleria.
Il piatto era buono, mi dicono i commensali. Quindi dimenticate la fighettaggine estetica e leggete più avanti.

Pollo arrosto con sumac, za'atar e limone (da Ottolenghi - libro omonimo)

Per 4:
1 pollo di buona qualità, tagliato in quarti
2 cipolle rosse affettate sottili
2 denti d'aglio, pestati
olio extra vergine
1,5 cucchiaini  pimento tritato
1 cucchiaino cannella tritata
1 cucchiaio sumac
1 limone affettato sottile
acqua 1 bicchiere
sale qb
pepe nero macinato al momento
2 cucchiai za'atar
50 g pinoli
due manciate di prezzemolo tritato grossolanamente

10 settembre 2012

fare di velocità virtù: crumble di bietoline

 Esiste ancora qualche mio amichetto che non sappia che io HO L'OSPITE?
Indesiderato, imposto, sopportato male male male.
Ma c'è, per il momento. E io cucino in un turbine leggero (à la Glenn Gould) nei rari momento in cui non c'è.
Rari, badate.
Stasera, di ritorno da una giornatina pesantuccia e lunga la casa era a mia (effimera) disposizione. Ne ho approfittato per farmi una cena erbivora, di quelle che piacciono a me.


3 settembre 2012

Challah e baklawa : cucina spettacolo in Sinagoga

 

Ieri è stata la Giornata Europea della Cultura Ebraica. I nostri amici Labna  hanno condiviso diverse ricette tradizionali nel cortile della Sinagoga Centrale a Milano.
Noi c'eravamo e abbiamo imparato (forse) a intrecciare il pane di Shabbath, la Challah e a preparare una baklawa chirurgicamente precisa.
Benedetta e Manuel hanno intrattenuto tutti con grande garbo, simpatia e competenza.

ripieno della baklawa

sciroppo